Verso una medicina integrata
Gli antichi saggi dicono: „Se ti sei ammalato, cambia il tuo stile di vita, se questo non ti aiuta, cambia la dieta. Se anche questo non risolve il problema, inizia a curarti! "
E' noto che il dominio nel quale si parla più frequentemente di olismo è quello medico ma di fatto l'olismo si può applicare (siamo obbligati ad applicarlo) in tutti i settori esistenziali, soprattutto in quelli spirituali. Vediamo quale è il significato vero di medicina olistica.
Teniamo presente che un approccio olistico è completamente diverso rispetto alla medicina tradizionale. Questo presuppone fin dall'inizio di non afidarsi immediatamente al medico e ai medicinali ma mantenere la convinzione che la forza vitale presente in ogni paziente sia in grado di ripristinare lo stato di equilibrio ottimale.
Il terapeuta olistico dovrebbe essere in grado di trovare congiuntamente al paziente la vera causa degli squilibri dell'organismo e di valutare su TUTTI i probabili effetti fisici, mentali, spirituali, familiari e sociali derivanti da essa. Egli deve essere in grado di: proporre le soluzioni più adatte per garantire la guarigione simultanea di corpo, mente e anima, motivandogli al paziente con un linguaggio accessibile e facilmente comprensibile, di poter riconoscere i segni di risveglio della forza vitale, di controllare, di correggere o rimediare gli errori commessi dal paziente e deve inoltre essere in grado di valutare correttamente i modi e i tempi in cui introdurre i cambiamenti di condotta terapeutica cosi da facilitare la guarigione.
Una volta risvegliata la forza vitale, la malattia viene eliminata; tutto ciò che deve fare l'ammalato è di avere pazienza e con l'aiuto del terapeuta, agire nella direzione di questa forza .
In altre parole, il terapeuta olistico non è altro che un allenatore molto abile, capace a individuare la potenzialità reale del giocatore e di mostrargli le regole del gioco, osservandolo da vicino in modo da rilevare e correggere gli errori. Egli è costantemente aggiornato sui progressi del suo allievo, lo consiglia, gestisce eventuali disturbi emozionali ma.... NON GIOCA AL SUO POSTO!
È necessario un cambiamento radicale, totale e definitivo, ma non tutti gli praticanti delle terapie vogliono questo cambiamento, non tutti lo desiderano, non tutti lo sanno e se gli si parla di questo, alcuni non capiscono, altri non hanno voglia di comprendere ed a molti non gli interessa. Perché dovremmo dare loro con la forza ciò che non vogliono?
Sono molto rari quelli che si auto-realizzano, quelli che si salvano, ed in questo non esiste alcuna ingiustizia. Perché il povero „animale intellettuale" dovrebbe avere ciò che non desidera? Se non desideriamo la rivoluzione della nostra coscienza, se non facciamo tremendi super-sforzi per sviluppare quelle possibilità latenti che ci portano alla realizzazione, è chiaro che le suddette possibilità non si svilupperanno mai. Ora, dopo aver esposto alcune principali esigenze delle legi "semplici" di vita, credo di poter porre una domanda quasi retorica:
Quanti di noi hanno la formazione necessaria per capirle e soprattutto, quanti di noi sono in grado di rispettarle? La risposta a questa domanda deve venire da ognuno di noi.
Dr. Helene P.