L’intelligenza del mondo vivo
Nei primi anni del Novecento, la quantistica è riuscita a risolvere i grandi dilemmi della fisica. Ora all'inizio del ventunesimo secolo, la biologia, ma in modo particolare la neurobiologia, ha compiuto notevoli sforzi per risolvere una crisi paragonabile a quella che la fisica si è trovata ad affrontare da quasi un secolo.
Uno dei padri della neurobiologia quantistica, Jeffrey M. Schwartz, ha dichiarato: "Fino a poco tempo fa, tutti i tentativi di capire l’attività funzionale del cervello erano basati sugli stessi principi della fisica classica e che per quasi un secolo hanno dato prova di essere fondamentalmente falsi. " .
Oggi abbiamo sufficienti dati oggettivi, che indicano l'esistenza di particolari relazioni, tra coscienza e cervello. Queste relazioni non possono essere comprese, dimostrate e utilizzate solo esclusivamente in base alle „conclusioni dettate” dalla fisica quantistica:
"La coscienza dell'osservatore modifica la realtà osservata"
"Il tempo e lo spazio non hanno senso nel mondo dell'atomo"
In riferimento alle capacità del corpo umano di utilizzare risorse interne in vari modi, attraverso il controllo cosciente del pensiero, abbiamo oggi molte prove inconfutabili provenienti soprattutto dagli ambiti delle scienze neurocognitive.
Attingendo da opere famose di Louis Kervran inerenti la trasmutazione degli elementi chimici, molti scienziati sono stati coinvolti nella ricerca della capacità delle cellule vive di trasmutare la materia da una forma all'altra.
Esistono numerose informazioni che trattano della trasmutazione biologica sia animale che umana.
Due chimici canadesi, Heru e Peter, hanno dimostrato che anche se nei topi, una presenza di Mg inferiore rispetto al normale dovrebbe provocare un grave deficit metabolico sia l'omeostasi che la magnesiemia rimangono costanti.
Gli stessi aspetti vengono riscontrati nell’uomo che in condizioni estreme, come trovarsi nel deserto, ad alte temperature, con un apporto subliminale di magnesio costantemente eliminato, si è riscontrato che la magnesiemia rimane costante.
Che cosa dimostra questo? Ciò dimostra che vi sono meccanismi che permettono la trasformazione di un altro elemento chimico della tavola periodica, diverso dal magnesio, in magnesio.
L’esperimento del ricercatore Quinton, dimostra che nei cani la sostituzione del sangue (il flusso vascolare) con acqua di mare o soluzione salina permette il rifacimento ematico in circa 4 giorni. Questo emopoiesi molto veloce ha permesso la sopravvivenza dell’ animale all’esperimento, per 5 anni, dimostrando la velocità di adeguamento di ematopoiesi del corpo.
Diversi ricercatori, studiando la possibilità di sopravvivenza in laboratorio, di alcune cellule vive, prese da un muscolo cardiaco di embrione di gallina, hanno dimostrato che queste cellule possono sopravvivere per un periodo indefinito in condizioni di laboratorio. Un ricercatore ha avuto la perseveranza di monitorare questo fenomeno per oltre 30 anni .
In conclusione, la trasmutazione biologica esiste ed è stata dimostrata, ma i meccanismi di produzione rimangono ancora sconosciuti.
In basi ai dati forniti dalla fisica quantistica, ora sappiamo che esiste una relazione di coinvolgimento tra la coscienza e il livello quantico della materia.
E' dimostrato ormai da molti anni, che i nostri pensieri non sono emanazioni di un substrato materiale contenuto nel cervello, ma sono campi di energia, portatori di informazioni, aventi la capacità di diffondersi, come qualsiasi campo elettromagnetico e di imprimere un certo effetto sull'organizzazione e la struttura della materia.
A livello di neurofisiologia qualsiasi informazioni nuova costruisce la propria rete neuronale con nuove sinapsi e neuromediatori. Usando queste reti neuronali in un tempo sufficiente, attraverso la ripetizione, si potrà ottenere un ricordo duraturo nell’ ippocampo (sede della memoria di lungo termine) e l'acquisizione di nuovi neuroni, esercitando così una sorta di effetto morfogenetico.
A seguito di quanto sopra esposto, abbiamo gli elementi necessari per comprendere la capacità di modellare la volontà, la nostra fisiologia e entro certi limiti anche la nostra propria morfologia.
Sulla base di deduzioni logiche, risulta che tutte le cellule viventi, comprese quelle del nostro corpo, possiedono la capacità di risolvere i propri problemi posti dalla loro esistenza, ciò che in termini reali, corrisponde infatti al concetto di intelligenza.
In altre parole, ogni cellula ha una sua propria intelligenza, manifestata a livello cellulare e al contempo, un suo proprio statuto individuale di esistenza a livello di organismo multicellulare.
Attraverso il pensiero razionale esprimiamo le intenzioni, la volontà, il modo di funzionare e strutturare ciò che vogliamo imprimere nei componenti del nostro organismo sia come informazione che guarigione o sviluppo di abilità speciali.
Di conseguenza, nel controllo delle nostre componenti strutturali di pensiero, si stabilisce un contatto tra i due livelli di intelligenza: quello cellulare e quello mentale.
Dr. Helene P.