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Jean Valnet "Cura delle malattie con Ortaggi Frutta e Cereali"  Edizione Giunti

Credevamo di conoscere tutto, o "quasi tutto", sugli ortaggi e la frutta, i cereali e le alghe, le piante medicinali e i lieviti, sul regno vegetale nel suo insieme. Da tempo immemorabile, infatti,i ricercatori di tutto il mondo studiano, compiono esperimenti e pubblicano i risultati del loro lavoro! .":
Certo, se ne sapeva abbastanza per nutrirsi con efficacia e, in caso di malattia, per curarsi con discernimento. I vegetali, del resto, sono così numerosi e le loro proprietà talmente polivalenti che, in caso d'indisposizione, non c'era che l'imbarazzo della scelta.

Ma le novità continuano a moltiplicarsi e le precisazioni ad
accumularsi. Si sono già scritti interi volumi sulla cipolla,
anti-in-fettiva, stimolante generale, antidiabetica, potente diuretica, antisclerotica, vermifuga, antiscorbutica... Ora, basandosi sul fatto che in Francia si danno cipolle ai cavalli colpiti da trombosi agli arti inferiori, alcuni studiosi inglesi hanno dimostrato che la cipolla è indicata nella prevenzione e nella cura di alcune malattie cardio-vascolari, che provocano attualmente numerosi decessi, II tè è un eccitante, favorisce il lavoro intellettuale, è diuretico e facilita la digestione. Tutti lo sanno o quasi.

Ma ora gli si riconoscono anche proprietà anti-aterosclerotiche e il potere dì dilatare i vasi - proprietà particolarmente interessanti allorché si tratta delle arterie coronarie che alimentano il cuore, quelle stesse il cui restringimento e la cui ostruzione a causa di un trombo può causare la morte istantanea. Inoltre G. Ohioffe i collaboratori dulia società svizzera Firmenich specializzata in profumi e aromi, hanno pubblicato, 6 o 7 anni fa i risultati dei loro studi sulla composizione chimica dell'aroma del tè. Ai componenti già identificati, ne hanno aggiunti altri 68 sconosciuti, cui se ne sono aggiunti altri 56 in seguito a studi americani.Prima di venire a conoscenza di queste nozioni, ben faceva quindi chi mangiava o beveva tè.


A titolo d'informazione curiosità, l'aroma del tè - i cui costituenti già noti lasciano stupefatti - è ben poca cosa di fronte a quello del caffè, di cui si conoscono già 608 composti chimici. Costantemente, ortaggi, frutta e cereali sono oggetto di nuove scoperte, si sono trovati nell'avocado diversi antibiotici ed è stato dimostrato che l'avena, utile sia agli uomini che ai cavalli, possedeva - per alcuni aspetti - un'ulteriore proprietà: quella d'impedire, di fumare(statisticamente impossibile da stabilire, come nel caso dell'agopuntura nel lobo dell'orecchio. Sembra che la volontà sia il fenomeno fondamentale).

I risultati delle ricerche di tutti i laboratori delle facoltà di Farmacia del mondo, il cui compito è studiare i vegetali, sono tali che è impossibile per uno specialista tenersi sempre aggiornato, a costo di non avere più tempo per produrre.

Per il professor R. Latarjet "ci si scontra con il dilemma: congresso o progresso".
Come, le piante medicinali, la frutta e gli ortaggi nascondono ancora molti segreti. Sarebbe interessante, per esempio, sapere per quale ragione il succo del pompelmo si rivela per qualcuno un potente ipotensivo.
I vegetali, la cui presenza nell'arsenale terapeutico è sempre stata e resta considerevole, godono da qualche tempo di un nuovo periodo di splendore favoriti dall'attuale declino dell'era chimica. Lo dobbiamo a tutti quei ricercatori, informatori medici o giornalisti che periodicamente trattano questi argomenti nelle loro opere, riviste scientifiche o sui giornali.


Lo dobbiamo anche ai numerosi piccoli laboratori che, superando ogni difficoltà, spesso ostacolati da aberranti disposizioni governative, fanno di tutto per continuare a produrre tutti, o gran parte, dei loro preparati. I malati e i medici possono esser loro grati anche se purtroppo si nota la drastica sparizione di alcuni importanti medicamenti vegetali. Lo dobbiamo infine ad alcuni grandi laboratori - della categoria quotata in Borsa, per esempio - che i servizi di analisi di mercato hanno convinto della necessità di ritornare ai trattamenti naturali per garantire i guadagni futuri.

Gran parte di questi grandi laboratori riprendono allora nozioni vecchie di secoli essi mettono a produrre (dopo molti anni di ri-cerche, inspiegabilmente!) chi un ricostituente a base di prodotti marini, chi uno sciroppo contro la tosse a base di estratti di edera, chi un protettore vascolare composto di mirtillo, chi una cura epatica costituita di fumaria, chi pillole a base di peduncoli di ciliegie.
Certamente i prodotti di base che, commercialmente parlando, sono economici nella forma
naturale">naturale, arrivano sul mercato a prezzi superiori. Va bene che tutti devono vivere, e la confezione è piacevole: è per questo che s'impacchettano le tagliatelle in carta colorata trasparente.

Il consumatore potrebbe ricordarsi qualche volta che spesso gli sarebbe possibile raccogliere personalmente la fumaria o i mirtilli (o le loro foglie), le foglie di ribes nero e baccelli di fagioli secchi... o procurarseli allo stato naturale">naturale.
I vegetali, infine, stanno acquistando un nuovo valore di fronte al problema della "fame nel mondo".
È noto che l'alimentazione umana richiede zuccheri, grassi e proteine (o protidi che, erroneamente, furono a lungo sinonimi di carne o pesce). Le varie vitamine e gli elementi catalitici indispensabili si trovano in un'alimentazione variata composta in gran parte da ortaggi, cereali e frutta.

Per ciò che riguarda le proteine, costituenti dei muscoli, le proteine animali sono drasticamente carenti in un certo numero di paesi. Così, come ho potuto vedere nell'Africa Nera, gli indigeni mangiano scimmie, serpenti, elefanti... a condizione di riuscire a catturarli. In Vietnam si allevano cani a pelo raso chiamati "cani maiali" per farne arrosti e minestre.

Come sottolinea il professor Jean Vigne in un articolo de "L'Hòpital" nel 1970, se per soddisfare il fabbisogno proteico di 250 milioni di persone occorrono 50-100 milioni di tonnellate di carne, di protidi sintetici sono sufficienti solo 6 milioni di tonnellate. Perché un manzo dia una cinquantina di kg di proteine occorrono 3 anni, mentre 100 kg di lievito secco ne forniscono altrettante impiegandoci 2-4 ore. Si comprende immediatamente quindi l'interesse per queste operazioni.(Dieci tonnellate di lievito secco, produzione quotidiana effettiva di un fer¬mentatore, rappresentano l'equivalente proteico di 100 manzi. Così il costo di vendita delle proteine del lievito è, in media, 15 volte inferiore a quello delle proteine di manzo. In futuro le differenze dì prezzo non potranno probabilmente che aumentare)
Inoltre, la soia, il mais, i piselli, i ceci, i fagioli, i funghi... contengono una notevole quantità di proteine. Dopo molti esperimenti ci si è quindi resi conto che è possibile lottare contro la denutrizione dei paesi poveri di proteine animali con un'alimentazione a base di vegetali. Nell'America latina si mangia un miscuglio di farina di panello di cotone, di farina di mais e di sorgo, integrato con vitamina A e con lieviti per le loro vitamine B. Questo regime permette inoltre, con l'aggiunta di verdure e frutta, di sostituire il latte senza danno per la crescita dei bambini. Anche le alghe, che saranno oggetto di studio, sono anch'esse eccellenti fonti di protidi. Le alghe brune ne contengono il 13%, quelle rosse il 30% (la carne dal 15 al 20%). In Francia si alimentano le vacche da latte, i maiali, le galline ovaiole con mangimi composti per il 5-10%da farine a base i alghe.. . Nella loro razione alimentare quotidiana i Giapponesi; consumano fìno al 25% di alghe sotto forma di minestre, pane, pasta, gelati e pasticceria. Alcune popolazioni del Ciad e del Niger consumano da tempo un'alga blu preparata in forma di minestre e gallette.
Quest'alga contiene il 70% di protidi (6 volte più del frumento, 3 volte più della carne di manzo), viene coltivata in vasche d'acqua salata tiepida con una resa che può raggiungere le 45 tonnellate per ettaro (ossia 25 tonnellate di proteine per ettaro, mentre un manzo fornisce solo 30-40 kg di proteine per ettaro e per anno). Durante la terribile occupazione della Francia da parte dei Tedeschi (1940-1944), i signori del momento - che avevano deciso di affamare il nostro paese - stimolarono, certo involontariamente, studi di qualità. E così che il professor Leon Binet, preside della facoltà di Medicina di Parigi, riuscì a far realizzare una "farina verde" a partire da foglie di tiglio. Mescolata alla farina d'orzo o di grano saraceno, si rivelò molto utile per l'alimentazione, apportando circa il 28% di azoto (300 g di foglie secche fornivano 80-100 g di farina).
Per motivi diversi, la Francia - come molti altri paesi - si trova adesso in un deficit proteico che sarebbe opportuno limitare. Numerosi ricercatori si sono impegnati in questo compito. Leggendo i quotidiani, i settimanali o i mensili d'ogni genere, francesi o esteri, ci si rende conto che la svolta è iniziata. L'opinione pubblica teme sempre più i trattamenti aggressivi, illusori, che eludono il problema, lo mimetizzano, lo complicano fino a che si arriva all'infermità. I medici ne sono sempre più coscienti, eccetto qualche fanatico e un certo numero di dottori troppo presi dalla loro medicina di serie per dedicare il tempo necessario al proprio aggiornamento. Proporrei due esempi.
Le cistiti, innanzitutto. Sono sempre esistite, continuano a esistere e, secondo i periodi, a ondate particolari. Alcuni malati continuano a soffrire per molti anni. Ci si domanda come mai non ci siano più suicidi dopo 5 anni, 8 anni e più di calvario. Questo problema di fondamentale importanza è stato oggetto di diversi studi. La sindrome della cistite viene curata generalmente con una valanga di antibiotici di sintesi, prescritti da soli per mesi o anni, o in associazioni fatalmente stravaganti.
Che lo si voglia o no, le cistiti sono talvolta guarite in 1 mese, 15 giorni o anche meno, definitivamente, nell'80-90% dei casi, da trattamenti comprendenti la tintura di mirtillo, le essenze aro-matiche, alcuni vaccini per via orale di concezione ormai antica.
E proprio cosi!
Il secondo esempio è relativo all'"influenza". O, meglio, per essere più precisi, a quelle sindromi ibride da raffreddamento che costano, ogni anno, milioni di giornate lavorative alla collettività e somme considerevoli all'Assistenza Sociale.
L'"influenza"? Salvo rari casi gravissimi, l'abbiamo sempre curata molto facilmente con un riposo di 2-3 giorni, una dieta idrica, magnesio, essenze aromatiche, grog a base di chiodi di garofano, cannella, succo di limone e miele, formula facile ed elegante, estremamente efficace.
Con una simile cura è garantita la guarigione rapida senza alcuna convalescenza. La crisi permette di rimettere il malato in piedi nel giro di qualche giorno. E spesso ne esce più forte di prima. Un tale trattamento evidentemente non interessa tutti. Non interessa chi, privo di coscienza sociale, pensa che 8 giorni, 15 giorni o anche più, pagati senza far nulla, gli permetteranno di ridipingere la camera da letto.
Ma esistono numerose categorie di "lavoratori" - la denominazione non è riservata a una "classe" artificialmente catalogata che. per pregiudizio, devono essere rimessi in forma al più presto. Si tratta di liberi professionisti, avvocati, medici, manager di piccole industrie, commercianti, rappresentanti, ma anche ragazzi delle scuole comunali, liceali e universitari.
Essi si ricorderanno di questa cura facile e generalmente efficace. Eviteranno delusioni e, poiché si parla all'infinito del deficit dell'Assistenza Sociale, acquisiranno la consapevolezza di non do¬verla aggravare ancor di più. Inoltre, da una decina d'anni, tutti i medici possono leggere che il trattamento dell'"influenza" non deve essere a base di antibiotici, totalmente inefficaci.
Gli articoli dedicati a questo argomento, apparsi su diverse riviste mediche, sono firmati da medici ospedalieri, persone serie, ma che hanno impiegato 10 o 20 anni di troppo prima di pronunciarsi.
Sembra che le nuove generazioni andranno ormai più veloci. Da diversi anni, ricevo sempre più spesso lettere di giovani medici e di studenti che hanno capito che si può curare senza l'aiuto della chimica di sintesi, salvo casi eccezionali beninteso, e mi chiedono consigli.
Mi scrivono anche alcuni informatori scientifici, manifestandomi la loro delusione di lavorare nell'ottica arida che viene loro imposta. Ogni volta che possono operare nell'ambito di laboratori farmaceutici che si fondano sulle medicine naturali, vi accorrono entusiasti. È uno dei nuovi segni dei tempi, fra i più stimolanti. Dopo le mie prime pubblicazioni, che risalgono al 1948, dopo la comparsa delle mie opere, ho ricevuto e continuo a ricevere numerose lettere di ringraziamento per i prodotti che elenco; le lettere provenivano e continuano a provenire da malati, ma anche da medici e paramedici.
Come ho già scritto diverse volte nei miei libri, questi riconoscimenti sono totalmente estranei a ogni pubblicità. Il mio scopo era e resta, quello di rendermi utile ai medici come ai pazienti che non sempre sanno, oggi come ieri, che si possono trovare tutti i prodotti naturali necessari al mantenimento o al ristabilimento della salute sia in farmacia che in erboristeria o in particolari negozi specializzati.
Mi hanno anche spesso scritto che era diffìcile - in mancanza di un orto personale - procurarsi ortaggi e frutta sani, non contaminati, e olio buono e vini genuini. E' vero. Il lettore può allora rivolgersi a Nature et Progrès, che ha pubblicato la guida dei produttori di agricoltura biologica, e che effettua la vendita diretta ai consumatori.
Questa organizzazione seleziona i produttori interessati a coltivare solo alimenti sani. Da qualche anno, ce ne sono più di quanti SINcreda, grazie a Dio, ma bisogna conoscerli.
Così, il consumatore informato può avere sulla sua tavola i prodotti
di qualità di cui si nutre il coltivatore stesso. Il particolare
è importante e da sottolineare perché conosciamo agricoltori il
cui orto personale è trattato in modo del tutto diverso da quello
usato per le colture destinate alla vendita.
Conosciamo anche degli allevatori i cui polli sono separati in due
settori: da una parte, quelli destinati alla loro tavola; dall'altra, II pollame da commercializzare. A proposito dei polli che hanno sia fatto scorrere tanto inchiostro sia gonfiato i seni di ragazzi e uomini, che non avrebbero certo voluto essere emuli di Coccinelle, ho notato che Le Courrier de la diétetique del maggio-giugno 1975 riportava i seguenti avvertimenti significativi:
«Attenzione ai cartellini che voi stessi compilate. Quando vendete un prodotto etichettato dal fabbricante stesso o quando sistemate sui vostri scaffali un cartello che lui vi ha mandato, quelle parole impegnano solo la sua responsabilità. Voi potrete essere chiamati in causa se quelle etichette o quei cartelli contengono accenni a proprietà curative o preventive di malattie umane o animali attribuite al prodotto esposto. In effetti, in quest'ultimo caso, sarete accusati del reato di esercizio farmaceutico illegale.
Se invece siete voi stessi a scrivere i cartellini o le etichette, la vo¬stra responsabilità diventa totale, e vogliamo raccontare, a questo proposito, la spiacevole avventura capitata recentemente a una dettagliante di provincia.
Questa signora si riforniva da un grossista di polli che le aveva certificato (verbalmente) che i pennuti erano stati nutriti a grano. Ma questo particolare non risultava sulle fatture, ne sulle etichette. La dettagliante ha scritto un cartello in cui pubblicizzava la vendita di "polli nutriti a grano". Gli Ispettori del Servizio per la repressione delle frodi sono passati di là e hanno constatato che le fatture non facevano riferimento alle caratteristiche pubblicizzate. Hanno continuato la loro indagine dall'allevatore dei polli che, a sua volta, ha dichiarato che il suo pollame non era mai stato allevato a grano e che non aveva mai affermato una cosa del genere quando lo aveva venduto al grossista. Ma quest'ultimo si era accontentato di garanzie verbali, che adesso il produttore negava di aver pronunciato. Tutta la responsabilità ricadeva dunque sulla dettagliante, sicuramente in buona fede, ma che aveva commesso un'imprudenza non avendo richiesto garanzie scritte.
Risultato: questa dettagliante è stata incolpata di "frode", punibile con una contravvenzione. Quindi riflettete bene prima di scrivere un cartellino, che sia relativo a polli, a uovo (di cui vi è stato sussurrato all'orecchio che provengono da galline nutrite a grano), a ortaggi o a frutta o a (qualsiasi altro prodotto. Voi avete solo il diritto di ripetere quanto è scritto sulla fattura o sull'etichetta. Sta a voi pretendere dal vostro fornitore garanzie scritte, e segnalarci i problemi che potreste avere con loro. » Ma ora torniamo all'argomento di questo lavoro, e preghiamo, il Cielo che gli ortaggi, la frutta e i cereali che useremo siano esenti da pesticidi e da ogni altro tipo di veleni.


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