Come riferisce Pat Rattigan, autore di The Cancer Business; "La minaccia che le terapie complementari o alternative costituivano per l'industria del cancro fu presa assai seriamente sin dagli inizi". Negli anni 40 il Sindacato annoverava nei propri archivi di "ciarlatanerie" ben 300.000 voci. La vitamina B17, costituendo in virtù della sua semplicità una minaccia formidabile, attirò contro di sé più attacchi concentrati che tutte le altre cure messe assieme: rapporti di laboratorio falsi; picchetti prezzolati dotati di striscioni all'esterno delle cliniche; giurie controllate; stroncature sui quotidiani; licenziamento dei dipendenti eretici, ecc.
La FDA (Food and Drug Administration, ente statunitense preposto al controllo alimentare e farmaceutico), che organizzò il massacro, inviò 10.000 manifesti e centinaia di migliaia di opuscoli che mettevano in guardia dai pericoli della tossicità di quella sostanza atossica. In precedenza, un Ufficio Contabile del Congresso aveva scoperto che 350 dipendenti della FDA possedevano azioni dell'industria farmaceutica, oppure si erano rifiutati di dichiarare i propri interessi nella stessa.
I resoconti allarmistici focalizzano sempre l'attenzione sui minuscoli quantitativi di cianuro presente in natura nella vitamina B17, ma in nessuna di queste storie si menziona il fantastico meccanismo che presiede al rilascio di questo cianuro. La persona che ingerisce questa vitamina non subisce alcun danno, se così fosse, le albicocche, mele, pesche, ciliegie ecc. contenenti vitamina B17 che abbiamo mangiato sarebbero state sufficienti ad aver eliminata la vita sulla terra già da parecchio tempo.
Il cianuro viene rilasciato soltanto quando le cellule cancerogene, che il cianuro contenuto nella B17 attacca specificamente,vengono riconosciute in virtù del loro elevato contenuto di glucosidase. Se non vengono individuati ingenti quantitativi di glucosidase, il cianuro non viene rilasciato. Non esistono prove che la vitamina B17 possa uccidere, - a meno che, ovviamente, qualcuno non resti accidentalmente schiacciato da un pallet che ne è carico o da un vaso caduto sulla testa che era concimato con B17!
E' interessante notare che al giorno d'oggi esistono culture per le quali il cancro rimane quasi completamente estraneo. Gli Abrasi, gli Arzebaigiani, gli Hunza, (quelli che bevono acqua molto alcalina e riescono a raggiungere anche i 140 anni) gli Eschimesi e gli abitanti del Karakorum seguono tutti un'alimentazione ricca di nitriloside o vitamina B17.
Tale alimentazione consiste, a seconda dei casi, di grano saraceno, piselli, fave, erba medica, rape, lattuga, germogli di legumi o di cereali, albicocche col nocciolo e bacche di vario genere; tale dieta può fornire loro da 250 a 3000 mg di nitriloside al giorno.
Ernst T. Krebs, padre fondatore della ricerca sulla vitamina B17, studiò le abitudini alimentari di queste popolazioni ed affermò:
"Esaminando la dieta di queste genti, abbiamo scoperto che il nocciolo dell'albicocca veniva apprezzato come una squisitezza e che di tale frutto veniva utilizzata ogni parte."
La dieta occidentale media, coi suoi cibi raffinati e privi di fibre, fornisce meno di 2 mg di nitriloside al giorno. Si è inoltre notato che i membri di queste tribù i quali si trasferiscono nelle aree "civilizzate" e, di conseguenza, cambiano il loro regime alimentare, sono inclini al cancro secondo l'incidenza occidentale standard.
In realtà la Vitamina B 17 era già in uso nella Russia zarista per curare il cancro mentre si era notato che le popolazioni con alimentazione ricca di questa vitamina non erano soggette allo stesso.