La Chemio-Terapia è comunque un fallimento, come ben dimostrato in molti lavori, fra cui, quello recente, di Morgan (Morgan G.: The contribution of cytotoxic chemotherapy to 5-year survival in adult malignancies, Clinical Oncol., 2004, 16, pp.: 549-560
In questo lavoro scientifico australiano, pubblicato nel 2004, furono presi in esame dieci anni di statistiche mediche australiane e americane (gennaio 1994-gennaio 2004) sui risultati della CHEMIO nella cura del cancro.
The Contribution of Cytotoxic Chemotherapy to 5-year Survival in Adult Malignancies
I risultati sono catastrofici: la media dei pazienti sottoposti alla chemio, che risultano essere ancora vivi dopo 5 anni dall'inizio del trattamento "terapeutico", è del solo 2%.
L'articolo è molto semplice come impostazione e, sono riportate, in ultima colonna, le percentuali di sopravvissuti alla CHEMIO dopo 5 anni dall'inizio del trattamento per ogni singolo tipo di tumore dei 22 considerati, percentuali che qui si riassumono lievemente arrotondate e per gruppi dei tipi più comuni di cancro.
Tipo di tumore Percentuale di sopravissuti
cancro del pancreas, cancro dell' utero, cancro della prostata, cancro della vescica, cancro del rene, Melanoma, Sarcoma e Mieloma Multiplo: 0% (zero per cento)
cancro dello stomaco e del colon: 1% (uno per cento)
cancro della mammella e del polmone: 2% (due per cento)
cancro del colon retto : 3 - 5% (tre - cinque per cento)
tumori al cervello: 4 - 5% (quattro - cinque per cento)
cancro dell'esofago : 5% (cinque per cento)
cancro dell'ovaio: 9% (nove per cento)
linfoma NON Hodgkin: 10% (dieci per cento)
cancro della cervice uterina: 12% (dodici per cento)
Seminoma del testicolo e Linfoma di Hodgkin: 40% (quaranta per cento)
In Australia: su 72.903 casi di cancro considerati, trattati con chemioterapia, sono sopravissuti a 5 anni solo 1.690 pazienti, pari ad una percentuale del 2,3%
In America: su 154.971 casi di cancro considerati, trattati con chemioterapia, sono sopravissuti a 5 anni solo 3.306 pazienti, pari ad una percentuale del 2,1%
Conflitto d'interessi delle Multinazionali chemio-farmaceutiche
Il Daily Express del 6 agosto 2000, così commentava il conflitto d'interessi delle Multinazionali chemio-farmaceutiche con gli organi governativi deputati alla salvaguardia della salute pubblica:
"I dirigenti del Committee on Safety of Medicines (Comitato per la sicurezza dei farmaci) e la Medicines Commission (Commissione del Farmaco), hanno investimenti personali nell'industria farmaceutica: eppure tali comitati sono i soli a decidere per quali farmaci è permessa la commercializzazione e per quali no...". Secondo il rapporto, almeno i due terzi dei 248 esperti che partecipano alla Medicines Commission hanno legami finanziari con l'industria farmaceutica: ".... ad esempio, al momento della stesura di un rapporto, uno dei membri per la regolamentazione dei farmaci, il dott. ...OMISSIS..., possedeva azioni per un valore di 110.000 sterline della ...OMISSIS...; un altro, il dott. ...OMISSIS..., possedeva azioni di un'altra azienda, la ... OMISSIS ..., per un valore di 115.000 sterline; un altro ancora, il dott. ...OMISSIS..., aveva un totale di 30.000 sterline impegnate in azioni della ....OMISSIS..., della ...OMISSIS...., e della ....OMISSIS.... Il compito di quest'ultimo medico comprendeva l'esame dei casi nei quali un farmaco deve essere ritirato dal mercato per motivi di sicurezza...".
Sempre il quotidiano inglese aggiungeva le dichiarazioni di un ex-dirigente: "...Le Multinazionali chemio-farmaceutiche si danno molto da fare per costruire forti legami. Il loro obiettivo è di arrivarti il più vicino possibile; si tratta di una lobby estremamente potente dal momento che dispone di risorse illimitate. Le industrie chemio-farmaceutiche offrono ai membri del CSM (Committee on Safety of Medicines) viaggi all'estero per partecipare a conferenze, consistenti fondi per la ricerca, tali da mantenere un intero dipartimento universitario al lavoro per anni, e consulenze che possono arrotondare l'umile stipendio accademico...".
E' quindi facile capire perché le terapie nutrizionali e la medicina preventiva costituiscano una così grave minaccia per la Malattia-che -sostiene-l'Industria-della-Salute, e perché esse non siano praticamente mai utilizzate come terapia principale. Per far superare ad un farmaco la burocrazia legislativa, in America, possono servire oltre 200 milioni di dollari.
Nota: in merito alle procedure di approvazione di un nuovo farmaco, vedi anche: Jan Eibenschutz: "Le procedure FDA per l'approvazione di un nuovo medicamento", Amersham, The Health Science Group.
Chi potrà mai riuscire a risarcire un tale importo con una vitamina o un trattamento erboristico che non possono essere brevettati?
E qui sta il problema che provoca uno stallo nella capacità della Sanità occidentale di arrestare le malattie proprie di questa parte di mondo. La maggior parte delle malattie attuali (Cancro, Infarto, Ictus, Diabete, Alzheimer, Sclerosi Multipla, Parkinson, Osteoporosi, etc...) sono malattie cronico-degenerative dovute a carenze vitaminiche, e pertanto non possono essere curate adeguatamente con farmaci brevettati di sintesi chimica.
Ma le sostanze chimiche brevettate costituiscono il baluardo dell'infinita potenza e ricchezza della Medicina chimica occidentale, che adesso pensa addirittura a brevettare le stesse piante modificandone il patrimonio genetico stesso (Organismi Geneticamente Modificati) con il risultato di minare la base stessa della nostra biochimica. La Minaccia OGM al TERZO CONGRESSO MONDIALE di Medicina Integrata di Roccamorice ; The Threat of Genetically Modified Organisms ; La minaccia degli Organismi Geneticamente Modificati ; La menace des Organismes Genetiquement Modifies ).
La brama di profitti è la reale ragione per la quale i medici non ricevono istruzione sulla Nutrizione. I veri rimedi e i metodi di prevenzione, infatti, non hanno valore commerciale.
Quando negli anni ‘70 la notizia della sorprendente efficacia della B17 nel trattamento del cancro attraverso la terapia nutrizionale di Krebs e Gerson riprese nuovamente a diffondersi in America, le società farmaceutiche e il sistema medico ortodosso si mobilitarono una seconda volta, volendo considerare la vitamina B17, questa volta, come un "farmaco" e che pertanto doveva essere registrato prima che il suo uso venisse ufficialmente approvato.
Il presidente Nixon fu inondato da decine di migliaia di petizioni di cittadini provenienti da ogni parte degli Stati Uniti; il suo consulente, Benno Schmidt, fu incaricato dello spinoso problema, e pertanto iniziò a consultarsi con i medici esperti di cancro: tutti erano molto convinti nel condannare il Laetrile, ma nessuno riuscì a fornire a Schmidt l'evidenza scientifica che essa non fosse efficace (Heinerman J.: "An Encyclopedia of Nature's Vitamins and Minarals", Prentice Hall, 1998).
Sebbene si annunciasse al mondo che il Laetrile era inutile, si diffuse però in tutta l'America un movimento spontaneo con centinaia di filiali in tutta l'America che, a turno, tenevano incontri pubblici, conferenze stampa ed esercitavano pressione sui comitati legislativi statali per richiedere la legalizzazione della vitamina B17 . Si formò così il "Committee for Freedom of Choice in Cancer Therapy".
I maggiori attacchi all'utilizzo della vitamina B17 e alla terapia nutrizionale simil-gersoniana vennero dalle organizzazioni che erano strettamente affiliate con le Multinazionali chemio-farmaceutiche, che avrebbero avuto molto da perdere se una vitamina da pochi dollari e uno stile di vita e alimentare di tipo "biologico" fossero diventati noti al pubblico come la risposta più efficace per sconfiggere il cancro.
Esse erano: Food and Drug Administration (FDA), la American Cancer Society, il National Cancer Institute, l'American Council on Science and Health (Consiglio americano sulla Scienza e la Sanità ), il Consumer Health Fraud and Quackwatch Inc. (Consiglio Nazionale ed Organismo di Controllo contro le Frodi Sanitarie). Tali organismi di controllo si mobilitarono contro la liberalizzazione della vitamina B17 per il semplice motivo che l'industria dei farmaci contro il cancro vale undici miliardi di dollari (Moss R.: "Questioning chemotherapy: a critique of the use of toxic drugs in the treatment of cancer", Equinox press, 1995, ISBN 188192525x)
Alla fine, la storia la scrissero i vincitori: venne approvata una legge che bandiva il commercio del Laetrile/Amigdalina per il trattamento del cancro in tutti gli USA.
Attualmente, il trattamento del cancro con Laetrile è vietato in America, per legge, anche se praticato da medici. Ciò spiega il motivo per cui decine di migliaia di cittadini americani si fanno curare in costose cliniche private costruite appena oltre il confine messicano, alle Bahamas, e in altri luoghi, ove si recano, ufficialmente, "per villeggiatura".
Ad esempio, il dott. Francisco Contreras, attuale amministratore dell'ospedale Oasis of Hope di Tijuana , Messico, in 35 anni di attività ha curato oltre 60.000 pazienti con la terapia nutrizionale vegetariana e vitamina B17 associata.
Il dott. Ernesto Contreras che utilizza il Laetrile dal 1963, ha affermato: "...Gran parte dei cancri maggiormente frequenti, come il cancro del polmone, del seno, del colon, delle ovaie, dello stomaco, dell'esofago, della prostata e i linfomi, migliorano notevolmente con il Laetrile...".