Ogni malato che ha una prognosi molto severa dovrebbe avere il diritto di scegliere come curarsi. Soprattutto quando scegliere come curarsi può voler dire scegliere come morire. È' ragionevole pensare che un malato con un'aspettativa di vita di pochi mesi voglia evitare terapie con pesanti effetti collaterali e preferisca provare una cura meno invasiva.
La libertà di scegliere come curarsi è però un'utopia. Infatti quando ci si rivolge ad un ospedale pubblico le altre possibilità terapeutiche non vengono neanche menzionate, come se non esistessero. Di conseguenza non si hanno alternative se non quelle di affidarsi alle terapie ufficiali pur sapendo ciò a cui si andrà incontro. Si comincia a sperare nel "miracolo" e a perdere la speranza.
Ma facciamo un passo indietro: il "farmaco garantito" è talmente ben studiato che si sa tutto (o quasi) di lui: se è tossico o no; se è efficace nei confronti di quel tipo specifico di tumore; che tipo di azione ha nei confronti della malattia a quel particolare stadio; se è in grado di "bloccare" o far "regredire" la malattia e per quanto tempo. Grazie al fatto che le statistiche sono fatte su grandi numeri, le possibilità di errore in senso positivo o negativo sono veramente poche. Sono pochi i casi in cui le aspettative vengono disattese.
Cosa c'è di peggiore per un malato oncologico (e per i familiari) che sentirsi un condannato a morte senza la minima possibilità di alternative ? Perché non regalare comunque una speranza tentando un farmaco promettente anche se non ha ancora superato gli ultimi test ? Perché non regalare una speranza indicando una cura "diversa" (anche non ufficiale) quando si sa già che quelle ufficiali non potrebbero far altro che allungare la sopravvivenza di qualche mese ? Non c'è niente di più importante per un malato grave (e per i suoi cari), della speranza.
La speranza, anche se minima, è l'unica possibilità che si ha per poter affrontare il percorso della malattia, per affrontare la quotidianità.
Un malato senza più speranza è già morto. Un familiare senza più speranza è una persona che difficilmente potrà essere d'aiuto al malato perché lo vede già morto.
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